I MODELLI NELLA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL’ARIA - ABSTRACT

Il presente quaderno tecnico trae origine dalla esigenza, da parte del Ministero dell’ambiente, di predisporre il capitolo della linea guida alla valutazione preliminare della qualità dell’aria, relativo alla modellistica. Esso ha lo scopo di fornire alcuni elementi utili alla scelta e all’utilizzo dei modelli di dispersione degli inquinanti atmosferici nell’ambito del processo di valutazione della qualità dell’aria ambiente come definito nella direttiva quadro europea 96/62 e nel D.L. n. 351/1999 che la recepisce.
Dapprima vengono esaminati alcuni problemi connessi alla necessità di integrazione delle misure disponibili con le stime delle concentrazioni in aria prodotte dei modelli. Successivamente, si indicano i criteri di selezione dei modelli in base alle scale spaziale e temporale dell’applicazione e alla descrizione fisico-matematica dei processi atmosferici. Il documento non contiene una lista di modelli consigliati, ma indicazioni utili per orientare la scelta in base allo scopo e alle caratteristiche della simulazione da effettuare. Infine, viene presentato uno schema generale di procedura di applicazione dei modelli, e vengono descritti brevemente alcuni scenari tipici di applicazione per la valutazione della qualità dell’aria.

 

OSSERVATORIO DEI MODELLI SU SMOG FOTOCHIMICO E OZONO TROPOSFERICO - ABSTRACT

È stata realizzata una rassegna dell’applicazione di modelli fotochimici in Italia riferita all’anno 1999. La rassegna ha evidenziato come il maggior numero di studi sia stato eseguito nell’Italia settentrionale, considerando diversi episodi di inquinamento da ozono avvenuti in Lombardia ed Emilia - Romagna. Altri studi sono stati realizzati in Liguria, Lazio, Piemonte, Toscana, Puglia e Campania. La maggioranza di questi studi risulta tuttavia ancora preliminare. Alcune regioni stanno applicando modelli fotochimici nell’ambito dei Piani Regionali di Risanamento della Qualità dell’Aria, ma studi conclusivi non sono ancora disponibili per le decisioni politiche. Il modello fotochimico più largamente utilizzato in Italia è CALGRID. Sono stati inoltre utilizzati i codici UAM e STEM, assieme a vari altri modelli di dispersione per inquinanti non reattivi chimicamente. Gli aspetti critici della maggior parte degli studi sono in generale legati alla carenza di verifica e validazione dei modelli impiegati ed alla difficoltà nel reperire dati di emissione e meteorologici di buona qualità. Alcune campagne sperimentali sono state realizzate in Lombardia (sottoprogetti LOOP e SATURN del progetto EUROTRAC-2) e in Emilia - Romagna (progetto MOTAP realizzato dalle ARPA) allo scopo di ottenere dati utili alla verifica e validazione dei risultati delle applicazioni di modelli fotochimici.

 

 

LINEE GUIDA PER LA SELEZIONE E L’APPLICAZIONE DEI MODELLI DI DISPERSIONE ATMOSFERICA E PER LA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL’ARIA - ABSTRACT

Il presente documento contiene i risultati delle attività svolte da un gruppo di lavoro del Centro Tematico Nazionale Atmosfera Clima Emissioni in aria (CTN-ACE) nel corso del 2000, anche come proseguimento e approfondimento di attività, inerenti allo sviluppo di linee guida per la selezione dei modelli di dispersione atmosferica, già iniziate nel corso del 1999.
In particolare, si è proceduto ad una rivisitazione e all'approfondimento di alcuni elementi della norma UNI “Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi - guida ai criteri di selezione dei modelli matematici” (Anfossi et al., 2000), dal punto di vista:

Con l’obiettivo di semplificare e di rendere più chiara l’articolazione delle possibili applicazioni dei modelli nell’ottica considerata, sono stati presi in considerazione e analizzati tre scenari così caratterizzati:

La suddivisione proposta si presta, come tutte, a una parziale sovrapposizione degli scenari che la compongono, ma è stata preferita ad altre in quanto ogni scenario è relativo ad una delle situazioni che coloro che operano nel campo dell'inquinamento atmosferico si trovano ad affrontare con più frequenza: la valutazione dell'aria ambiente su un'area urbana anche di dimensioni estese (scenario 1), la valutazione di impatto sull'aria ambiente di un’emissione industriale o di una infrastruttura viaria (scenario 2), la valutazione dell'inquinamento da ozono troposferico sul territorio di una o più regioni
confinanti (scenario 3). É da sottolineare inoltre che le indicazioni relative agli scenari 2 e 3 , nel loro insieme, forniscono l'inquadramento metodologico utile all'utilizzo dei modelli all'interno della valutazione dell'aria ambiente in ambito regionale, prevista dal D.lgs n. 351/1999.
Il documento si articola in quattro capitoli e due allegati. I primi tre capitoli sono dedicati ai tre scenari applicativi sopracitati, secondo uno schema analogo a quello adottato nelle schede UNI, con un particolare approfondimento degli aspetti critici di applicazione delle vari tipologie di modelli. Il quarto capitolo è dedicato alle modalità di rappresentazione grafica degli output dei modelli, sulla base dei parametri previsti dalla normativa vigente e dalle direttive europee emanate o in corso di preparazione. Si propone il lavoro in forma di Rapporto Tecnico a circolazione ristretta nell’ambito della rete delle agenzie ambientali, al fine di consentire un proficuo scambio di informazioni per acquisire ulteriori elementi utili alla redazione dello stesso per una diffusione più ampia, nell’ambito della serie editoriale ANPA (Linee guida/Manuali).

 

 

OSSERVATORIO DEI MODELLI SU INQUINAMENTO TRANSFRONTALIERO - ABSTRACT

Questo documento rappresenta il rapporto finale dell’attività realizzata nell’ambito del CTN – ACE OB09.02b Osservatorio dei modelli su inquinamento transfrontaliero e modelli integrati di impatto.

Il documento risulta composto da un testo principale (qui di seguito) e da 4 allegati specifici:

Un ulteriore documento di riferimento, contenente materiale utile alla comprensione del tema OB.09.02b, è rappresentato dalla brochure, preparata da ENEA-ENEL per la Conferenza Nazionale Energia e Ambiente del 1998 dal titolo: “Inquinamento transfrontaliero: attività ENEA-ENEL nell’ambito della convenzione di Ginevra”,.

Il 27/09/99, nell’ambito delle attività legate all’OB.09.02b si è tenuto un seminario dal titolo “Inquinamento atmosferico transfrontaliero e modelli integrati di impatto” che ha visto la partecipazione degli esperti nazionali che partecipano ai tavoli internazionali di concertazione in materia di inquinamento transfrontaliero. Al termine della discussione è stato prodotto un documento, poi approvato dal GdL, che ha costituito la base per la stesura di questo rapporto finale.

Il documento contiene le definizioni fondamentali applicate in questo campo, svolge una rassegna dei protocolli europei/internazionali in vigore e formula lo stato dell'arte delle applicazioni di modelli transfrontalieri in Europa. Vengono inoltre esaminate le esperienze nazionali. Nelle conclusioni vengono suggerite le azioni da effettuare a scala nazionale per garantire feed-back su protocolli europei e vengono individuate le necessità di sviluppi futuri in materia.

 

RAPPORTO TECNICO SU APPLICAZIONE MODELLI PER VALUTAZIONE PRELIMINARE DELLA QUALITÀ DELL’ARIA - ABSTRACT

Il presente documento costituisce il secondo dei prodotti finali della task Ob09.01b del CTN-ACE per l'anno 2000. 01. Tale task si pone come naturale proseguimento e approfondimento della task OB.09.01 svolta nel 1999 che ha condotto alla predisposizione del primo rapporto intermedio (Rapporto CTN-ACE 1999 OB09.01 Linee guida per la selezione e l’applicazione dei modelli.).
Il presente documento è riferito in particolare alla esemplificazione di esperienze italiane di utilizzo dei modelli di dispersione degli inquinanti atmosferici le quali siano riconducibili, sul piano metodologico, alla valutazione integrata della qualità dell'aria ambiente come definita nel Rapporto CTN-ACE 1999 OB09.01: Linee guida per la selezione e l’applicazione dei modelli.
Non esiste attualmente nel nostro paese un'esperienza di valutazione integrata dell'aria ambiente completa, vale a dire che prenda in considerazione, su un ambito territoriale di una certa estensione, la stima di tutti i valori di riferimento per tutte le specie inquinanti previste dalla normativa vigente.
Il gruppo di lavoro ha ritenuto quindi di riportare una serie di esperienze che, nel loro insieme, costituiscono una esemplificazione delle fasi principali della procedura di valutazione integrata. Per ogni esperienza è riportata una descrizione approfondita, preceduta da una breve scheda riassuntiva.
Il dato più rilevante che emerge dalla rassegna proposta è comunque che, in presenza di un adeguato database di input, l'utilizzo dei modelli di dispersione consente, anche in situazioni ad elevata complessità in termini sia anemologici che orografici, di ottenere stime di concentrazione che sono in buono se non in ottimo accordo con le misure.

 

RAPPORTO SULLA VALUTAZIONE INTEGRATA DELLE DEPOSIZIONI ACIDE - SPECIFICHE TECNICHE SUL MODELLO PER OZONO TROPOSFERICO - ABSTRACT

Questo documento rappresenta il rapporto finale dell’attività realizzata nell’ambito del CTN – ACE, OB09.02b Valutazione modellistica dell'inquinamento a grande distanza e prosegue l’attività avviata nel 1999 OB09.02b “Osservatorio dei modelli su inquinamento transfrontaliero e modelli integrati di impatto”. L’obiettivo specifico dell’attività è la
“verifica ed il confronto delle grandezze stimate dai modelli a scala europea (EMEP) con le misure disponibili e con le grandezze stimate da modelli a più elevata risoluzione e tarati sul nostro territorio,
e
la sintesi degli elementi conoscitivi sulle relazioni pressione-stato-impatto che si possono derivare dall'applicazione dei modelli.”
Questa attività è stata condotta in modo coordinato con l’OB07.02b “Progettazione rete deposizioni e fondo”. In particolare la valutazione dello stato di inquinamento da ozono e delle deposizioni atmosferiche rappresenta un elemento per la verifica della rappresentatività dei siti di rilevamento dell’inquinamento atmosferico di fondo selezionati per la Rete nazionale di monitoraggio delle Deposizioni e dell’Inquinamento Atmosferico di Fondo (RIAF).

 

AGGIORNAMENTO E AMPLIAMENTO DELLA NORMA UNI - VALUTAZIONE DELLA DISPERSIONE IN ATMOSFERA DI EFFLUENTI AERIFORMI - GUIDA AI CRITERI DI SELEZIONE DEI MODELLI MATEMATICI - ABSTRACT

Il presente documento costituisce il primo dei prodotti finali della task Ob09.01b del CTN-ACE per l'anno 2000. Il lavoro svolto si pone come naturale proseguimento e approfondimento della task OB.09.01 realizzata nel corso del 1999, che ha condotto alla predisposizione del primo rapporto intermedio (Rapporto CTN-ACE 1999 - OB09.01- Linee guida per la selezione e l’applicazione dei modelli).
Il presente documento è riferito in particolare alla revisione e all'approfondimento della pubblicazione "Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi - guida ai criteri di selezione dei modelli matematici" (ANPA 1997) dal punto di vista:

La metodologia di lavoro che è stata seguita è schematicamente la seguente:

  1. selezione delle schede presenti nel documento originario e inerenti gli obiettivi specifici della task. Non sono state prese in considerazione, sulla base di quanto indicato precedentemente:
    - le schede relative a scenari incidentali (n. 3);
    - le schede relative a scenari a grande scala spaziale (sino a 1000÷2000 Km, schede n. 6 e n.12), ad eccezione della scheda n. 8 che, a giudizio del gruppo di lavoro, contiene elementi utili anche alla trattazione dell'inquinamento fotochimico a mesoscala.
  2. suddivisione delle schede selezionate in tre gruppi relativi a scenari di portata generale:

La suddivisione proposta si presta, come tutte, a una parziale sovrapposizione degli scenari che la compongono, ma è stata preferita ad altre in quanto ogni scenario contiene al proprio interno una delle tre situazioni che coloro che operano nel campo dell'inquinamento atmosferico si trovano ad affrontare con più frequenza: la valutazione dell'aria ambiente su un'area urbana anche di dimensioni medio-alte (scenario 1), la valutazione di impatto sull'aria ambiente di un emissione industriale o di una infrastruttura viaria (scenario 2), la valutazione dell'inquinamento da ozono troposferico sul territorio di una o più regioni confinanti (scenario 3).
E' da sottolineare inoltre che le indicazioni relative agli scenari 2 e 3 , nel loro insieme, forniscono l'inquadramento metodologico utile all'utilizzo dei modelli all'interno della valutazione dell'aria ambiente in ambito regionale, prevista dal D.Leg. 351/99.
La classificazione degli elementi caratterizzanti i tre scenari ricalca quella prevista dal documento UNI, ed è riportata nell'allegato 1; per quanto riguarda la scala spaziale, si è preferito l'uso del termine "mesoscala" in luogo di scala intermedia.
Il documento si articola in quattro capitoli e due allegati, per complessive 34 pagine. I primi tre capitoli sono dedicati ai tre scenari applicativi sopracitati, secondo uno schema analogo a quello adottato nelle schede UNI, con un particolare approfondimento degli aspetti critici di applicazione delle vari tipologie di modelli. Il quarto capitolo è dedicato alle modalità di rappresentazione grafica degli output dei modelli, sulla base dei parametri previsti dalla normativa vigente e dalle Direttive UE in corso di recepimento.

 

METODI PER LA PRE-ELABORAZIONE DI DATI DI INGRESSO AI MODELLI TRIDIMENSIONALI DI DISPERSIONE ATMOSFERICA - ABSTRACT

Questo rapporto esamina i principali metodi per la pre-elaborazione di dati di ingresso ai modelli tridimensionali di qualità dell'aria utilizzati per la trattazione di scenari di inquinamento legati alla formazione e dispersione di inquinanti secondari.
Questo scenario di riferimento viene identificato nel rapporto RTI CTN_ACE 4/2001 “linee guida per la selezione e l’applicazione dei modelli di dispersione atmosferica per la valutazione della qualità dell’aria” come “scenario 3” e si riferisce a quei processi di inquinamento che si manifestano su scale spaziali estese (dell’ordine delle centinaia di Km2). La complessa struttura spaziale e la natura fortemente non lineare dei processi che portano alla formazione e dispersione di inquinanti secondari, quali ozono, ossidanti fotochimici e particolato fine, rendono necessario applicare a questo scenario modelli 3D euleriani fotochimici. I dati di ingresso principali richiesti dai modelli fotochimici tridimensionali sono i dati meteorologici, i dati di emissione e chimici, i dati territoriali e le condizioni iniziali ed al contorno. I dati di emissione devono riprodurre le emissioni dei singoli inquinanti o gruppi di inquinanti trattati dal meccanismo chimico incluso nel modello (in genere in numero di 50 o più specie chimiche, a seconda del meccanismo chimico considerato) su ciascuna cella del grigliato prescelto. In genere le emissioni devono essere immesse su base temporale oraria.
L’inizializzazione e l’esecuzione di un modello euleriano 3D richiede inoltre che venga specificato il campo di concentrazione iniziale su tutte le celle del dominio di applicazione del modello e sulle celle di bordo. Queste informazioni sono necessarie per tutti le specie chimiche trattate. I modelli possono risultare molto sensibili a queste informazioni specialmente se il dominio prescelto risulta influenzato da processi di trasporto di prodotti e precursori provenienti dall’esterno dell'area di applicazione del modello. Questo in genere si verifica se il dominio scelto è di dimensioni troppo limitate.
Il rapporto RTI CTN_ACE 1/2001 “osservatorio dei modelli su smog fotochimico e ozono troposferico” prodotto dalla attività del GDL CTN 1999, ha evidenziato che i principali aspetti critici delle applicazioni di modelli fotochimici finora realizzate in Italia sono proprio legate alla complessa preparazione dell’input ed in particolare la difficoltà maggiori sono:

Questo rapporto è quindi finalizzato a fornire alcune indicazioni per affrontare gli elementi critici legati alla predisposizione di dati di emissione, opportunamente disaggregati nello spazio e nel tempo, e delle concentrazioni iniziali e al contorno dei diversi componenti chimici. Questi dati, oltre a presentare le maggiori difficoltà di reperimento e di pre-elaborazione, sono determinanti sulla incertezza dei risultati finali delle simulazioni modellistiche. L'importanza delle condizioni al contorno delle emissioni e della meteorologia viene esemplificata nel successivo paragrafo 1.1, mentre il paragrafo 1.2 riporta sinteticamente alcune indicazioni per la predisposizione dell'input meteorologico, rimandando al sito WEB per esempi ed ulteriore documentazione, accessibile all’indirizzo http://task:0701c@213.217.153.220/ob0901b/Quaderno Tecnico ACE N° 1/2001
Il secondo capitolo fornisce indicazioni sulle metodologia generale per la predisposizione dei dati di emissione in ingresso ai modelli tridimensionali di dispersione atmosferica sulla base dalle informazioni normalmente disponibili in Italia, ovvero l’inventario nazionale CORINAIR ed eventuali inventari locali, predisposti sulla base delle “linee guida agli inventari locali di emissioni in atmosfera” (RTI CTN_ACE 3/2001).
Nel terzo capitolo vengono approfonditi gli aspetti relativi alla disaggregazione e riaggregazione delle specie chimiche richieste dai principali meccanismi chimici attualmente maggiormente utilizzati per la simulazione dei processi fotochimici.
Nel quarto capitolo vengono affrontate le problematiche relative alla predisposizione delle condizioni iniziali ed al contorno necessarie alla applicazione di un modello tridimensionale a griglia.
Il quinto capitolo traccia infine alcune indicazioni generali relative ai modelli fotochimici di nuova generazione, con particolare riferimento alle necessità connesse al trattamento di processi atmosferici finora non compiutamente considerati dalla maggior parte dei modelli attualmente in uso, quali ad esempio i processi legati all’aerosol atmosferico.

 

LINEE GUIDA AGLI INVENTARI LOCALI DI EMISSIONI IN ATMOSFERA - ABSTRACT

L’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA), ha tra i suoi compiti istituzionali la compilazione dell’inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Tra le finalità di tale inventario sono incluse quelle di ottemperare alle richieste delle Convenzioni Internazionali ed Europee tra cui la Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (UNCED, 1992), la Convenzione di Ginevra sull’Inquinamento Atmosferico Transfrontaliero (UNECE, 1979), la Direttiva europea sui tetti nazionali alle emissioni. Al fine di rappresentare in modo sempre più affidabile la realtà nazionale, il Centro Tematico Nazionale Atmosfera, Clima, Emissioni (CTN_ACE) dell’ANPA e del Sistema delle Agenzie regionali e provinciali (ARPA, APPA) ha sviluppato un’attività di armonizzazione degli inventari locali con l’inventario nazionale, concretizzatasi nella stesura di questa linea guida.
Il documento si pone l’obiettivo di fornire uno strumento metodologico e operativo a chi si accinge a compilare un inventario locale, specificando diversi livelli di approfondimento, in relazione alle necessità, fornendo indicazioni riguardo alla pianificazione e alla raccolta ed elaborazione delle informazioni necessarie alla realizzazione della base informativa territoriale. Nella prima parte del documento vengono fornite nozioni generali relative alla definizione di inventario e al suo utilizzo.
Nella seconda parte del documento sono fornite indicazioni riguardo alla pianificazione delle attività, alla raccolta ed elaborazione dei dati con una valutazione anche dell’organizzazione delle risorse necessarie per la realizzazione, l’uso, il mantenimento e l’aggiornamento. Nell’ultima parte sono presenti alcune indicazioni per quanto riguarda la qualità dei dati e la valutazione qualitativa e quantitativa dell’incertezza delle emissioni. Nelle appendici è possibile trovare: i riferimenti alle convenzioni internazionali riguardanti le principali tematiche ambientali (Appendice A); l’intera classificazione delle attività secondo la nomenclatura SNAP97, Selected Nomenclature for Air Pollution (Appendice B); le istruzioni per la stesura di schede per la raccolta di informazioni sulle sorgenti puntuali (Appendice C); alcune indicazioni per il reperimento degli indicatori di attività (Appendice D); un esempio di indicatori e variabili necessarie per la disaggregazione spaziale al livello urbano (Appendice E); una guida agli inventari di emissioni da traffico basata sia sul modello europeo COPERTIII (Appendice F) che sul programma COMMUTE ed il Codice TEE (Appendice G) e l’algoritmo di Gunther per il calcolo delle emissioni biogeniche (Appendice H).
Si propone il lavoro in forma di Rapporto Tecnico a circolazione ristretta nell’ambito della rete delle agenzie ambientali, al fine di consentire un proficuo scambio di informazioni per acquisire ulteriori elementi utili alla redazione dello stesso per una diffuione più ampia, nell’ambito della serie editoriale ANPA (Linee Guida/Manuali).

 

INVENTARI LOCALI DI EMISSIONI IN ATMOSFERA: PRIMA INDAGINE CONOSCITIVA - ABSTRACT

Il lavoro presentato in questo Quaderno Tecnico, si inserisce all’interno dell’attività svolta dal Centro Tematico Nazionale – Atmosfera, Clima, Emissioni in aria (CTN_ACE) dell’Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (ANPA) e del Sistema delle Agenzie regionali e provinciali (ARPA, APPA), e ha in particolare l’obiettivo di analizzare lo stato di operatività e aggiornamento degli inventari delle emissioni regionali, provinciali e locali su tutto il territorio nazionale nonché lo stato dell’arte, la disponibilità e la consistenza di dati sulle emissioni di inquinanti da fonti fisse e mobili, da soggetti pubblici e privati.
Lo svolgimento del programma operativo ha condotto allo sviluppo di una prima indagine conoscitiva riguardo gli inventari locali di emissione in atmosfera in relazione al loro stato di realizzazione e aggiornamento, e alla disponibilità e consistenza dei dati presenti sul territorio. L’indagine è stata condotta tramite l’elaborazione di questionari informativi, composti da un primo livello conoscitivo e da un secondo riguardante le caratteristiche dettagliate dell’inventario.
In questo modo è stato verificato che alcune regioni italiane utilizzano la metodologia di riferimento CORINAIR per compilare inventari locali organizzati secondo un sistema integrato di gestione (rif. DM 20/5/91 “Criteri per l’elaborazione dei piani regionali per il risanamento e la tutela della qualità dell’aria”), mentre altre hanno realizzato esclusivamente un catasto delle emissioni in relazione alle autorizzazioni degli impianti industriali ai sensi del DPR 203/88 “Implementazione delle Direttive CEE concernenti la legislazione in materia di qualità dell’aria….”. Le informazioni raccolte hanno permesso, inoltre, di individuare i settori di attività e la tipologia di inquinanti maggiormente analizzati e il livello di disaggregazione spazio-temporale dei dati.
Sulla base di questa analisi preliminare e sulle interessanti conclusioni raggiunte si può affermare che per completare l’attività intrapresa si rende necessaria un’ulteriore indagine comparata (prevista nello sviluppo dell’attività CTN per l’anno 2000) che preveda da una parte un approfondimento nelle regioni dove non viene utilizzata la metodologia CORINAIR per individuarne le cause, e dall’altra, di analisi specifica per quelle regioni che invece hanno svolto dei lavori rappresentativi.
Questo approfondimento verrà fatto con lo scopo ultimo di arrivare alla definizione di linee guida per la compilazione degli inventari locali, per uniformare le procedure e pervenire alla armonizzazione tra le realtà locali e nazionali.

MANUALE DEI FATTORI DI EMISSIONE - ABSTRACT

Il presente documento costituisce il primo rapporto dell’attività svolta nell’anno 2000, concernente la task “Manuale dei fattori di emissione.
Tale rapporto comprende una serie di relazioni suddivise per gruppo di lavoro (Trasporti, Energia, Diossine, Attività produttive – Vetro) articolate in:

  1. descrizione del settore di riferimento;
  2. raccolta di fattori di emissione (F.E.) sia da letteratura che sperimentali (dove possibile) quale contributo ad una maggiore rappresentatività della realtà locale.

L’analisi dei dati di letteratura e la raccolta ed elaborazione di quelli sperimentali hanno consentito, ad oggi, di costruire tabelle di intercomparazione significative per i settori “Trasporti” e "Comparto vetro" e per la categoria inquinanti “Diossine – Impianti di incenerimento”.
Per il settore "Energia" e la categoria "Diossine -Siderurgia" è stata realizzata una rassegna delle principali banche dati europee e internazionali contenenti i fattori di emissione, ma non è stato ancora possibile reperire dati sperimentali, che consentano di costruire F.E. italiani.
Lo sviluppo dell’attività trasversale agli “expert panel” che si sostanzia nel reperimento delle informazioni sui vari processi industriali nazionali, al fine di evidenziarne le peculiarità e, conseguentemente, individuare i fattori di emissione, è stata portata a compimento per il settore “vetro” per il quale esiste un contributo della Stazione Sperimentale per il Vetro.
L’insieme delle relazioni sui comparti produttivi, andrà a costituire la prima bozza descrittiva per la stesura del manuale dei fattori di emissione, che dovrà supportare il database già strutturato per la raccolta dei dati e in corso di alimentazione.
Con l’attività del prossimo anno (2001) e l’attivazione di altri gruppi di lavoro sarà possibile dare un ulteriore impulso alla conoscenza del panorama nazionale per quanto riguarda i fattori di emissione e sarà fornito il manuale operativo a cui riferirsi per la stima delle emissioni.

 

GUIDA AL MANUALE DELLA QUALITÀ DELLE RETI DI RILEVAMENTO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA - ABSTRACT

Scopo di questo Manuale della Qualità è di descrivere il Sistema di Gestione di una Rete di Rilevamento della Qualità dell'Aria (RRQA). Il presente documento si applica a tutte le RRQA, costituite da siti di rilevamento per la misura degli inquinanti atmosferici dell'aria in ambiente esterno, individuati ai sensi della normativa vigente. Il rilevamento in ciascun sito può avere copertura temporale variabile ed è eseguito mediante apparecchiature installate in stazioni fisse e mobili.

 FUNZIONALITÀ DELLE RETI - ABSTRACT

Nell’ambito delle attività di realizzazione e gestione del sistema nazionale conoscitivo e dei controlli ambientali, l’ANPA ha approvato la realizzazione del Centro Tematico Nazionale - Atmosfera, Clima ed Emissioni (CTN-ACE).
Nell’anno 1999, il primo anno di attività, il CTN-ACE ha avuto, tra i vari obiettivi, quello di effettuare la “Ricognizione della funzionalità delle reti di monitoraggio dell’aria esistenti in Italia”. Questa iniziativa è finalizzata alla raccolta di informazioni sulla copertura della rete italiana di monitoraggio e sulla necessità di interventi ed eventuali integrazioni alla stessa, ma anche alla creazione, in un futuro prossimo, di una rete di monitoraggio per la qualità dell’aria a livello europeo (EUROAIRNET).

 

MANUALE STANDARD SINANET: INDIRIZZI E REGOLE GENERALI - ABSTRACT

Il trattato istitutivo della CEE ha posto da tempo le questioni ambientali al centro delle politiche comunitarie. Il Regolamento del Consiglio 1210/1990, istituendo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e la Rete Europea di Informazione e Osservazione Ambientale (EIONET), ha riaffermato la centralità del ruolo dell’informazione per l’attuazione delle politiche medesime. All’Agenzia europea è stato assegnato il compito di realizzare la Rete e definire le condizioni che permettono ai partner di accedervi, gestirne le risorse e utilizzarne i servizi. Con la rete diviene più agevole coordinare le operazioni di raccolta, elaborazione, validazione e reporting delle informazioni, sull’insieme delle materie e questioni ambientali. In linea con le strategie e lo spirito delle iniziative europee, la Legge italiana n° 61 del 21 gennaio 1994 ha avviato un processo di riordino del sistema di governo dell’ambiente, con la costituzione delle Agenzie di Protezione dell’Ambiente: l’Agenzia Nazionale (ANPA) e le Agenzie Regionali (ARPA). Le agenzie sono concepite come organismi di un sistema integrato: per potersi costituire come tale e mantenere nel tempo le sue caratteristiche e funzionalità, occorre che i soggetti e gli strumenti che lo compongono adottino e rispettino adeguate regole, standard, protocolli comuni, indispensabili per indirizzare, guidare, coordinare in modo conforme i comportamenti e le azioni, a partire da quelle comunicative e informative. Per assumere e mantenere questo ruolo costitutivo nei confronti del sistema delle agenzie e del sistema di conoscenza e comunicazione le regole, gli standard, i protocolli comuni debbono essere formalizzati ed espressi in modo tale da poter essere assunti come veri e propri requisiti di progetto, come specifiche e vincoli che le agenzie e gli strumenti debbono rispettare nelle diverse fasi dei progetti di costituzione e organizzazione. Si tratta di requisiti e di vincoli che, in ogni caso, non debbono riguardare la sfera delle “attività proprie”, dei comportamenti interni delle agenzia e intaccare i livelli di autonomia organizzativa e funzionale che sono loro riconosciuti, per concentrarsi e applicarsi a tutti e soli gli elementi che incidono sulla capacità di comunicare e cooperare, di costruire immagini e rappresentazioni coerenti della realtà ambientale e della sua evoluzione.
Il primo e fondamentale requisito indirizzato al sistema di conoscenza è quindi quello di essere in grado di rappresentare e simulare, con efficacia e continuità, la realtà ambientale con tutta la grande varietà di fatti, fenomeni e problemi che in essa si manifestano e si vengono a manifestare.
Il secondo requisito è quello di essere in grado di rappresentare la realtà ambientale secondo diversi punti di vista e ottiche di osservazione e lettura, imposte dalla varietà e molteplicità dei soggetti preposti al governo dell’ambiente e dalla conseguente varietà delle esigenze informative che essi manifestano all’interno del sistema delle agenzie o attraverso di esso. Ciò comporta un fondamentale requisito che assume valenza generale: il sistema di conoscenza ambientale non deve limitarsi a rappresentare la “realtà ambientale”, ma deve contestualmente rappresentare anche la “realtà di governo”, con la varietà delle letture, interpretazioni, modelli che la varietà delle competenze e funzioni esercitate e degli strumenti adottati comporta. Occorre in sostanza stabilire una dialettica operativa tra sistema di conoscenza della realtà ambientale e sistema di conoscenza della realtà di governo, capace di proporsi come un solo sistema integrato.
A questi obiettivi, di natura essenzialmente organizzativa e strumentale, si intende contribuire a dare una prima risposta con la costituzione della rete SINAnet e dello spazio di conoscenza e comunicazione che essa permette di definire e rendere praticabile. Lo spazio di conoscenza prende corpo nella rete attraverso una opportuna configurazione e organizzazione dei poli SINAnet e degli strumenti di trattamento delle informazioni in essi allocati. Attraverso i poli gli enti di essi titolari, individuati come partner SINAnet, entrano e utilizzano i servizi di rete, acquisiscono e comunicano informazioni, coordinano e cooperano con i criteri conformi dettati dallo spazio comune. In ciascun polo sono allocati opportuni dispositivi e apparati tecnici, strumenti e soluzioni applicative, risorse e funzioni informative, necessari e funzionali al sostegno dei processi e delle competenze esercitate dal partner titolare e a quello degli altri partner collegati.
Lo spazio di conoscenza, la rete, i poli, gli strumenti, i partner, sono tutti elementi e componenti che, operando su piani e livelli di realtà diversi, partecipano a costituire, e si costituiscono come, sistema integrato e unitario: il Sistema Nazionale Conoscitivo e dei Controlli Ambientali (SINA). Lo spazio e la rete SINAnet divengono rispettivamente il luogo e l’infrastruttura necessaria a sostenere le politiche di governo complessive dell’ambiente, quali sono esercitate dai diversi soggetti competenti che ad essi accedono; luogo e infrastruttura che si propongono come indispensabile momento di composizione e integrazione della conoscenza ambientale e di coordinamento delle azioni esercitate verso di essa e, quindi, verso l’ambiente.
Le differenze nei livelli di competenza nei confronti dell’ambiente e le differenti responsabilità, ruoli e contributi che i partner possono dare al sistema di conoscenza trovano nelle strutture del sistema dedicate alla componente di governo una risposta e possibilità di composizione.
Alla rete va riconosciuto un compito importante anche all’interno del programma di attuazione del sistema di conoscenza. Essa infatti consente di collocare su un piano di maggior concretezza e razionalità il processo di ricerca e realizzazione delle soluzioni applicative. Ciò avviene perché nella strategia di sviluppo cooperativo che la rete permette di attuare è possibile proporsi l’obbiettivo di comporre due esigenze apparentemente contrapposte:

 

MANUALE UTENTE PROCEDURA BRACE - ABSTRACT

Il manuale descrive le procedure che gestiscono il progetto del servizio meteorologico regionale di ARPA denominato BRACE. Le procedure sono state eseguite con l’ambiente di sviluppo Developer 2000 6.0; il data base server è Oracle 8.0.5. Le procedure sono state eseguite per un’architettura windows, quindi su un server windows nt e con eventuali clients windows 95 oppure windows 98: tale architettura rappresenta un vincolo per le procedure, in realtà unicamente per quelle operazioni che gestiscono il file system del sistema (salvataggio di file, caricamento da file, ecc.).


PROPOSTA DI STANDARD SINAnet SULLA QUALITÀ DELL’ARIA RELATIVA AI FLUSSI INFORMATIVI - ABSTRACT

Scopo del presente documento è l’individuazione e la descrizione di una proposta di gestione dei dati di qualità dell’aria all’interno del sistema SINAnet in conformità alla sua architettura di rete di-stribuita. In particolare il documento intende indicare alcune possibili soluzioni per la strutturazione e l’alimentazione dei Punti Focali Regionali (PFR) e, contestualmente, le modalità per garantire la disponibilità delle informazioni necessarie ai diversi soggetti della rete SINAnet.

 


PROPOSTA DI STANDARD SINAnet SULLA QUALITÀ DELL’ARIA RELATIVA AI CONTENUTI INFORMATIVI - ABSTRACT

Scopo del presente documento è individuare e descrivere, come proposta di standard SINAnet, il contenuto informativo minimo del “Modulo Comune” dei Poli PFR della rete SINANET, per quanto attiene alla qualità dell’aria.
N.B. Il documento presente non include le modifiche rispetto agli aggiornamenti alla normativa europea (Decisione 2001/752 riguardante i nuovi annessi tecnici alla Decisione Europea 97/101 “Exchange of Information”) e alla versione del DEM rilasciata a fine agosto 2002. Tali modifiche comporteranno variazioni e integrazioni degli item informativi per le entità già previste.

 

MANUALE OPERATIVO PER L'APPLICAZIONE DELL'INDICE DI BIODIVERSITÀ LICHENICA - ABSTRACT

Tra i compiti istituzionali dell’ANPA, rilevante importanza viene attribuita alla promozione e alla messa a punto di metodologie armonizzate per la definizione e il monitoraggio delle qualità ambientali. In questo contesto si inquadrano le attività propedeutiche e di messa a regime della metodologia di bioindicazione riportata in questo documento. Il ricorso a metodiche basate sull’impiego di organismi viventi, per verificare lo stato della di salute delle diverse tipologie di ambiente, si va sempre più consolidando, sia nell’ ambito delle attività di ricerca, sia in quelle operative e di servizio. Anche la legislazione ormai ne ha preso atto, tant’è che il biomonitoraggio, almeno in alcuni casi, è diventato uno strumento regolamentato per le attività di controllo. Il livello di maturità è differente per i diversi comparti ambientali. Ormai consolidato per le acque (v. Indice IBE), molto meno maturo per i suoli. Metodi biologici per determinare la qualità dell’aria vengono utilizzati da tempo sia in Iitalia sia in altri contesti. Non esistono però metodi di riferimento. Tra le numerose iniziative avviate dall’ANPA per l’armonizzazione delle attività di monitoraggio ambientale, nel 1998 è stata avviata un’indagine sulle metodiche biologiche utilizzate nell’analisi della qualità dell’aria sul territorio italiano, attraverso la realizzazione di un workshop al quale hanno partecipato operatori ARPA e rappresentanti di istituti di ricerca (Piccini & Salvati, 1999). L’obiettivo è stato quello di svolgere una rassegna delle metodiche di biomonitoraggio come fase di avvio di un processo di individuazione e definizione di un “indice sintetico” che consenta di rappresentare le informazioni disponibili attraverso un valore unico. Nell’ambito delle attività programmate per il 2000 per il Centro Tematico Nazionale Atmosfera, Clima ed Emissioni (CTN-ACE) è stato istituito un gruppo di lavoro integrato con esperti del settore, con lo scopo di contribuire alla standardizzazione dell’Indice di Biodiversità Lichenica (I.B.L.), di promuoverne la diffusione su scala nazionale come strumento di indagine della qualità dell’aria complementare con altri strumenti convenzionali e di produrre strumenti da utilizzare per la formazione di personale specializzato. E’ stata realizzata un’indagine per definire i soggetti impegnati nella raccolta dei dati, per valutare il grado di standardizzazione del metodo e la confrontabilità dei dati già raccolti. I dati ottenuti sono stati utilizzati per calibrare le azioni da svolgere. La funzione di ANPA come National Focal Point dell’Agenzia Europea dell’Ambiente ha rafforzato l’esigenza di coordinamento con gli altri Paesi UE nella scelta di strumenti comuni. E’ stato realizzato un tavolo di lavoro, cui hanno partecipato lichenologi di sei Paesi (Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Italia, Svizzera), allo scopo di confrontarsi ed elaborare il protocollo pubblicato nel libro della NATO sulle tecniche di biomonitoraggio (Asta et al., 2002) che ha ispirato quanto contenuto in questo manuale.
Tali modifiche sono state valutate, insieme all’applicabilità della strategia di campionamento suggerita, con i risultati che verranno a breve pubblicati insieme allo studio realizzato per la costruzione di un sistema nazionale di campionamento organizzato secondo un grigliato geografico.

 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL BIOMONITORAGGIO MEDIANTE LA DIVERSITÀ DEI LICHENI EPIFITI - ABSTRACT

Il programma operativo predisposto ha compreso attività specifiche riguardanti lo sviluppo di un progetto di rete nazionale di biomonitoraggio mediante l'indice di biodiversità dei licheni epifiti.
La prima fase nella realizzazione del programma è stata la predisposizione di un questionario conoscitivo (allegato 1) per censire le esperienze di biomonitoraggio ed avere una rappresentazione complessiva dell'attuale situazione sul territorio nazionale. L'indagine conoscitiva ha avuto tra gli obiettivi prioritari quello di individuare i soggetti già impegnati in attività di biomonitoraggio, quelli che stanno avviando esperienze in tal senso e che possono essere interessati ad eventi formativi, individuare l'ambito territoriale e la tipologia degli studi realizzati, il periodo a cui tali esperienze fanno riferimento, le metodologie utilizzate, e le modalità di trattamento e archiviazione dei dati.
Le tematiche comprese nel questionario hanno interessato sia gli aspetti quantitativi che qualitativi delle indagini di biomonitoraggio, consentendo di valutare lo stato dell'arte degli studi in Italia, evidenziare eventuali problemi e capire quanto le metodologie utilizzate e i dati sinora raccolti siano integrabili e utilizzabili per rielaborazioni sintetiche nazionali. L'ampio spettro di esperienze esistenti sul territorio nazionale, caratterizzate spesso da notevoli difformità nell'impostazione metodologica e nelle modalità realizzative, ha reso necessario ideare un questionario capace di dialogare con soggetti molto diversi, quanto a esperienze e capacità tecnico operative. Per questo l'indagine informativa compiuta non può ritenersi esaustiva ed adeguata ad ogni studio realizzato, ma senz'altro risulta efficace per una prima ricognizione nazionale e consente di avviare un flusso di informazioni tra l'ampia varietà di soggetti coinvolti.
Le informazioni richieste, oltre a dare dettagli riguardo alle ricerche realizzate, forniscono anche utili indicazioni per la programmazione della rete nazionale. Permettono infatti di valutare le forze già attualmente operative e quelle disponibili alla formazione, consentono di evidenziare eventuali problematiche e selezionare quelle indagini che possono essere utilizzate per la realizzazione del nuovo progetto di biomonitoraggio nazionale e per la calibrazione delle scale interpretative dei dati.

 

RAPPORTO TECNICO SU AGGIORNAMENTO INDICI E INDICATORI - ABSTRACT

Gli Indici e Indicatori svolgono un ruolo centrale nella descrizione e valutazione dell'ambiente. Essi hanno come finalità prioritaria quella di essere validi strumenti di sostegno alle azioni politiche, fornendo una rappresentazione esauriente e sistematica, secondo il modello DPSIR, di tutte le componenti che direttamente e indirettamente agiscono sullo stato dell'ambiente: tendenze nei settori di base (D - Indicatori di forza motrice); attività umane (P - Indicatori di pressione); della qualità dell’ambiente e relativi trend (S - Indicatori di stato); effetti del cambiamento dell’ambiente (I - Indicatori d’impatto); azioni promosse dalla società per risolvere i problemi (R - Indicatori di risposta).
La definizione e costruzione di indicatori sempre più efficaci nel rispondere alla domanda di informazione e nel garantire un adeguato livello conoscitivo, costituisce inoltre uno strumento fondamentale nel processo di riorganizzazione e standardizzazione del sistema di monitoraggio nazionale.
Il CTN_ACE ha evidenziato gli indicatori provenienti dalla rassegna della normativa e contemporaneamente realizzato una revisione degli indicatori utilizzati in ambito nazionale e internazionale, avvalendosi in questo anche dell'ausilio di fonti bibliografiche rilevanti per le tematiche di competenza. Successivamente è stato predisposto il core set di indicatori ritenuti prioritari e proposti come strumento per la valutazione dello stato dell'ambiente in Italia. Per questi ultimi sono state compilate le schede indicatore secondo il modello proposto dal gruppo di lavoro Meta. Nel corso delle attività del 2000 il core set di indicatori proposto è stato sottoposto a revisione e aggiornamento, ed ha costituito inoltre, la base operativa su cui sono stati definiti e costruiti gli indicatori "spia" utilizzati per il Primo Annuario dei Dati Ambientali.